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Sette anni

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C’erano 37° quel venteseiseizerosei E tu sei arrivato così: strappato al tuo tepore all’improvviso, per “sopraggiunto limite di peso”.
La tua storia è curiosa. Parla di pazienza  e speranza. Di fatica e fiducia.
Di un tempo lungo di privazione di sonno, equilibri precari, sensi di colpa (chi mi segue da tempo, sa. Chi non sa, può farsi un’idea seguendo il tag “Niccolò” qui). Un tempo che non vorrei mai tornasse ma del quale sento spesso la mancanza. Una sensazione struggente, ancora mi sembra di averti sul collo, urlante e agitato, bruttino, sveglio, provato e provante.

Invece la settimana scorsa ero in aula, con le tue maestre, a prendere la tua prima pagella, ma, soprattutto a sentire i loro racconti e le loro impressioni.
- Signora questo bambino è speciale.
Ora, io non so cosa significhi “speciale” nella testa delle sue maestre, ma so cosa significa per me, così come sapevo cosa significava per me quando un tempo mi dicevano che “non eri normale“.

  • I tuoi abbracci: sì, perché tu, ogni volta che abbracci qualcuno che ami, tremi. La prima volta è un po’ impressionante, anzi lo è sempre, anche quando capisci che il tremolio è dovuto ad una incontenibilità affettiva. E non c’è niente di più bello al mondo che tuffarsi al rientro dal lavoro tra questo tremolio di amore.
  • I tuoi scherzi: sei, buffo, Niccolò. Buffo quando fai il pagliaccio, quando capisci che in casa nostra è ora di ridere un po’ e fai di tutto per strapparcelo quel sorriso che, forse, spesso ti manca.
    Sette anni
  • Le tue osservazioni adulte:  mamma, si resta sempre figli anche quando i genitori muoiono? – Il fuoco non annoia, perchè non è mai uguale a se stesso. E tante, tantissime altre spiazzanti domande, che dovrei iniziare a segnarmi per non perderle tra la fretta della quotidianità.

Sette anni

  • La tua permalosità: che eserciti soprattutto con me, da me ti senti offeso a morte, ogni volta che non modulo il tono secondo i toni che la tua sensibilità può sostenere.

    Sette anni

     
  • Le tue sottigliezze: Niccolò per la piscina dobbiamo cercare un bagnoschiuma capelli e corpo, così fai prima. Mamma, l’ho trovato. Solo che c’è scritto l’opposto: ‘capelli senza corpo’: è una cosa possibile?
  • La tua sensibilità: non piangi mai. Lo fai solo per nostalgia, quando parti o ti allontani da persone con le quali sei stato bene.
    Sette anni
  • La tua soddisfazione: emozionante, guardarti soddisfatto di quello che sei diventato è commovente. Tu sai che nell’opinione comune sei passato dal “rompipalle” a “quello bravo”. Tu lo sai e ne vai fiero. Io però non mi dimentico di tutte quelle persone per le quali tu non sei mai stato solo il “rompipalle”, di chi in questi anni ha voluto capirti e volerti bene, agitato com’eri. Non mi dimentico di chi ha saputo coglierti, al di là delle manifestazioni. Ora è facile. Ma per anni non lo è stato. E chi ha saputo amarti in maniera incondizionata, resterà per sempre tra le pieghe della mia gratitudine.
  • Il tuo attaccamento: non nel senso di poca autonomia o di incapacità di prenderti le libertà adatte a un bambino di 7 anni. Quello che nutri per me è un  amore preferenziale e prepotente: le maestre mi hanno detto che l’unico tuo comportamento sopra le righe è stato quando hai giurato guerra al compagno di classe che al pranzo di fine anno si è “permesso” di abbracciarmi. Mi devo preoccupare?  Matteo è sempre stato così equilibrato nelle sue manifestazioni, con lui non mi sono mai sentita così speciale.  Questione di caratteri, di alchimie, di corrispondenze.
    Sette anni
  • La tua convivialità: alla materna hai passato tre anni da solo. Giocavi da solo, disegnavi da solo. “Sta bene da solo”: non è vero. Nessun essere umano sta bene 8 ore senza parlare con nessuno, per quanto solitario sia. Questa consapevolezza mi ha fatto versare lacrime soffocate ogni pomeriggio in cui ti sono venuta a prendere a scuola. Non era vero:  non stavi bene lì. Perché ora, a scuola,  tutti ti cercano. E io non chiedevo nulla di più ad un primo anno di scuola primaria.
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  • La tua autonomia: fai i compiti da solo, senza che nessuno ti debba incalzare. Ti gestisci la cartella, guai se manca un pastello. Ma non solo, ogni mattina, prima di uscire, ti rifai il letto e innaffi le piante.
    Sette anni

Stamattina, senza preavviso, ti sveglieremo e ti porteremo a Gardaland. Non ho fatto in tempo ad organizzarti il compleanno quest’anno. Ecco cosa manca in questo elenco: la tua comprensione. Per le nostre tante imperfezioni, mancanze, insofferenze, stanchezze.  Ti ho spiegato perché per la prima volta da quando sei nato non avrai una festa, non ne sei stato felice, ma hai capito. Però sarà una giornata speciale, anche senza festa.

Dobbiamo salutare il bruchino e festeggiare la farfalla.
Vola, piccoletto.


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